Clinica
Il carcinoma follicolare della tiroide in genere si presenta con un unico focolaio e diffonde principalmente per via ematica (dando metastasi a distanza ad ossa e polmoni) e solo tardivamente per via linfatica. Il carcinoma follicolare spesso invade la capsula che lo circonda in maniera limitata (cancro minimamente invasivo), ma quando tale invasione è importante (cancro invasivo) ha un atteggiamento più aggressivo. Esiste una variante più aggressiva di tale tumore, il carcinoma a cellule di Hurtle, che ha spesso focolai multipli e metastasi linfonodali.
Diagnosi
Postoperatoria: è possibile solo con l’esame istologico definitivo. Infatti l’esame citologico e l’esame istologico intraoperatorio consentono di individuare una “proliferazione follicolare”. L’osservazione dell’invasione della capsula è la sola caratteristica che permette di fare la diagnosi differenziale fra adenoma follicolare e carcinoma.
Questo aspetto è fonte di importante discussione tra gli esperti endocrinologi ed endocrinochirurghi in quanto l’atteggiamento diagnostico-terapeutico da addottare quando il paziente presenta una “lesione follicolare” (Tyr3, vedi Diagnosi, agoaspirato della tiroide) è tuttora controverso e dibattuto. Il rischio di malignità di una lesione follicolare rioscontrata all’esame citologico dell’agoaspirato è quantificabile al 20%, con una possibilità dell’80% che sia benigno. La decisione di attendere, asportare un lobo tiroideo eseguire una tiroidectomia totale va discussa approfonditamente tra chirurgo e paziente, in modo tale che egli sia al corrente dei rischi e dei benefici di ogni scelta possibile.
Terapia
La necessità di avere un esame istologico definitivo obbliga i pazienti con “proliferazione follicolare” a subire un intervento di emitiroidectomia con finalità diagnostica. Quell’unico caso su 5 in cui la diagnosi definitiva è di “carcinoma follicolare” dovrà essere rioperato per asportare la restante tiroide (realizzando in definitiva una tiroidectomia totale). Il trattamento del carcinoma follicolare (tranne la varietà a cellule di Hurtle) viene completato con terapia radiometabolica, per “sterilizzare” eventuali focolai distanti di malattia microscopici (non evidenti alle indagini diagnostiche).