Il Dott. Andrea Casaril è stato il primo chirurgo nella provincia di Verona ad utilizzare routinariamente il neuromonitoraggio intraoperatorio dei nervi laringei durante gli interventi di tiroidectomia.
Ha seguito numerosi corsi al fine di ottimizzare le potenzialità di questo strumento, ottenendo così di ridurre sempre di più, nel corso degli anni, il rischio di complicanze legate alle lesioni nervose.
Attualmente il suo rischio di lesione monolaterale del nervo laringeo inferiore (o lesione ricorrenziale) è 0.4%. Il rischio di lesione bilaterale è 0%.
Cos’è il Monitoraggio Intraoperatorio dei nervi Laringei
La tiroide è in stretto rapporto anatomico con alcune delicate strutture nervose di grande importanza funzionale.
I nervi laringei inferiori, o ricorrenti, destro e sinistro, originano dal decimo nervo cranico (nervo vago), prendono stretto contatto con la tiroide e la trachea nel loro decorso ed infine si immergono nella laringe ad innervare le corde vocali, determinandone il movimento. Una lesione di uno di tali nervi porta ad una significativa alterazione della voce (disfonia) e ad una facile affaticabilità vocale (fonastenia). Una lesione bilaterale porta ad una grave alterazione della capacità vocale e, spesso, ad una chiusura delle corde vocali con importante difficoltà respiratoria tale da richiedere il confezionamento di una tracheostomia.
I nervi laringei superiori innervano anch’essi le corde vocali ma non ne determinano il movimento bensì il grado di tensione, regolando quindi i toni alti della voce. Un loro danno determina una incapacità di utilizzare i toni vocali più alti, di cantare e di utilizzare a lungo la voce. La loro preservazione è importante per tutti i pazienti ma maggiormente per chi utilizza la voce a scopo professionale (cantanti, insegnanti, etc etc).
Il neuromonitoraggio intraoperatorio dei nervi laringei permette una più sicura dissezione anatomica della tiroide, un abbattimento del rischio di danno nervoso monolaterale ed un azzeramento del rischio di danno nervoso bilaterale. Ciò significa che il rischio di dover subire una tracheostomia è nullo.
Come funziona?
Diversamente da altri interventi, il tubo utilizzato per l’intubazione endotracheale è dotato di due speciali elettrodi che vengono posizionati sotto visione del laringoscopio a fibre ottiche esattamente a contatto con le corde vocali. Il chirurgo utilizza, durante le fasi più delicate dell’intervento, una sottile sonda elettromiografica che stimola selettivamente ogni struttura, prima che essa sia sezionata. Gli elettrodi registrano gli impulsi trasmessi ed il chirurgo può analizzare sul monitor l’ampiezza dello stimolo registrato, stabilendo così se poter procedere in sicurezza con la dissezione.
Inoltre, qualora al termine della dissezione della prima metà della tiroide fosse rilevato un danno nervoso (impossibile stabilire se temporaneo o permanente, anche a nervo macroscopicamente integro) il chirurgo può interrompere l’intervento, rimandandone il completamento ad un secondo momento (two stage thyroidectomy), quando la funzione nervosa sarà ripresa e dopo un accurato studio laringoscopico: questa condotta azzera il rischio di dover sottoporre il paziente ad una tracheostomia. Al disagio di dovere essere sottoposti a due interventi chirurgici si contrappone l’indiscusso vantaggio di evitare con sicurezza una tracheostomia (definitiva o temporanea).